Il coaching come arte di essere se stessi: diploma del 41° intake individuale di COACHING.UP
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Questo intake parla del silenzio in cui diventa possibile ascoltarsi.
Di un percorso che non inizia dal desiderio di “diventare coach”, ma dalla disponibilità a incontrare la propria profondità.
Lo studente del 41° intake individuale del programma «Coaching professionale di livello internazionale» (LEVEL 2) ha scelto non un risultato rapido, ma un movimento consapevole.
Non formule pronte, ma esperienza viva.
Non un ruolo, ma autenticità.
La formazione si è svolta come un lavoro personale profondo. A un ritmo individuale, con rispetto per i processi interiori e i momenti di pausa. È proprio qui che il coaching si è rivelato come una pratica di presenza, e non come un insieme di strumenti.
Nel percorso formativo sono stati integrati gli standard internazionali di ICF, EMCC e AC, ma l’essenziale è stato altro: la capacità di vedere la persona nella sua interezza, ascoltare tra le righe e mantenere uno spazio in cui il cliente trova le proprie risposte.
LEVEL 2 è sempre una transizione.
Da «sto imparando» a «sono».
Dalla tecnica al radicamento interiore.
Dall’intenzione di aiutare a una presenza professionale matura.
Il diplomato del 41° intake individuale entra oggi nella professione come coach che non guida, ma crea uno spazio di libertà. Un professionista che lavora secondo standard internazionali e influenza non con le parole, ma con lo stato di presenza.
Davanti a lui ci sono la certificazione internazionale, nuovi clienti, progetti e partnership. E decine di momenti in cui una domanda puntuale o un silenzio profondo diventeranno l’inizio di un cambiamento per un’altra persona.
Il 41° intake individuale di COACHING.UP è un promemoria: il coaching è scelto da chi è pronto a essere onesto con se stesso, a vivere con il cuore aperto e a lavorare in profondità.
Oggi celebriamo non solo la conclusione della formazione.
Celebriamo la nascita di un coach - maturo, presente e autentico.